In seguito al evento “L’Aquilone dell’Albania” svolto il 23 ottobre scorso a Milano dall’Associazione “Dora e Pajtimit” abbiamo incontrato ed intervistato uno dei suoi fondatori, Besmir Rrjolli.
Rrjolli, 24enne, nato a Scutari, attualmente vive a Milano. Laureato in Linguaggi dei Media presso l’Università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano, ha diretto per due anni il progetto di co-sviluppo “In-Out Kanun”. Tra breve si laurea anche in Teoria e Tecniche in Comunicazione Mediale.
Come è nata l’idea di creare l’Associazione “Dora e Pajtimit”?
Tutto ebbe inizio quando la mia insegnante di letteratura albanese al liceo Oso Kuka di Scutari, Vjollca Vasili, decise di mettere in scena un dramma teatrale sul tema del Kanun, intitolato “Perdona”. Fu per me un esperienza molto significativa per tanti aspetti perché facendo
teatro eravamo riusciti a penetrare negli strati più nascosti della società albanese cioè alle famiglie “inchiodate”.
Nel 2007, nella convinzione che per le comunità albanesi colpite dal fenomeno del Kanun si poteva fare molto anche a livello sociale, un gruppo di studenti albanesi dell’Università Cattolica di Milano, ha deciso di creare una nuova associazione chiamatosi “Dora e Pajtimit”. I membri erano tutti giovani residenti nella città di Scutari che studiano in Italia.
Tradotto letteralmente, il nome dell’associazione significa “la mano della riconciliazione”. Questa frase, che appartiene al dramma Perdona indica una possibile soluzione della tragedia che molte famiglie albanesi vivono a causa della deriva violenta nell’interpretazione del Kanun.
La decisione di dare al gruppo un nome ed un’identità giuridica è finalizzata a perseguire insieme lo scopo di combattere gli effetti del Kanun attraverso iniziative culturali, creative e comunicative di sensibilizzazione e di trasformazione, indirizzate alla cittadinanza di Scutari, ed in particolar modo alle nuove generazioni.
Dove opera l’associazione e quali esperienze ha alle spalle?
I principali obiettivi di “DEP” erano e sono indirizzati a rendere l’opinione pubblica nazionale ed internazionale consapevole delle problematiche che toccano la società albanese, migliorando le condizioni dei giovani attraverso l’invito alla partecipazione, cercando di prevenire fenomeni di devianza quali l’isolamento sociale, l’emigrazione clandestina e le vendette di sangue. Contrastando fenomeni come la corruzione, la prostituzione, le discriminazioni razziali, sessuali e di genere. L’associazione cerca di aiutare i cittadini albanesi ad adottare nella loro vita quotidiana i valori fondamentali riconosciuti in Europa.
Le attività che l’associazione ha svolto e prevede di svolgere in futuro per raggiungere i suoi obbiettivi consistono nell’organizzare corsi educativi, laboratori teatrali, seminari di studio, inchieste e dibattiti per migliorare le conoscenze e le capacità tecniche e operative dei soci e dei partecipanti; rapportarsi con le organizzazioni istituzionali e sociali locali e internazionali, per confrontarsi e dar vita a iniziative comuni; produrre pubblicazioni, brochure ed altri materiali che possano promuovere il lavoro e l’attività dell’associazione; sviluppare attività culturali ed eventi comunicativi.
Uno dei vostri progetti più ricchi si chiama “In – out Kanun”. Del “ Kanun” si è parlato tanto e si sono svolte diverse iniziative inerenti a questo tema assai interessante e difficile da trattare. Le vostre idee giovani cosa hanno portato di nuovo o diverso rispetto alle altre attività?
Il progetto “ IN-OUT KANUN” si prefigge lo scopo generale di rafforzare e consolidare forme di associazionismo giovanile attraverso la realizzazione di percorsi formativi ed interventi creativi volti a favorire la riconciliazione, l’inclusione sociale e la convivenza pacifica della comunità di Scutari.
L’idea è partita dal fatto che il gruppo di liceali-attori di Scutari si era originato facendo teatro amatoriale, mentre poi alcuni membri del gruppo hanno incontrato nel loro percorso di studi presso l’Università Cattolica di Milano il teatro sociale, per cui si è deciso di utilizzare quest’ultimo come approccio teorico, metodologico e pratico per costruire il progetto e per raggiungere i risultati previsti. Se prima l’esperienza del gruppo era avvenuta in modo quasi casuale, ora si tratta di una scelta più ragionata e consapevole, motivata dalla volontà di realizzare azioni significative per la comunità.
L’elaborazione del progetto è avvenuta a seguito della pubblicazione di un bando di contributi per la cooperazione e la solidarietà internazionale emesso dal Comune di Milano dedicato al co-sviluppo, I soci di Dora e Pajtimit presenti in Italia hanno quindi dato vita ad un partenariato con il gruppo di ricerca sul teatro sociale dell’Università Cattolica di Milano e con l’associazione italiana Safetynet.
Lo scopo del progetto è quindi quello di rafforzare e consolidare l’associazione Dora e Pajtimit, composta da residenti e migranti albanesi, per realizzare attività educative, sociali e creative volte a far conoscere le problematiche legate alla logica della vendetta basata sul Kanun e a favorire la ricostruzione della comunità. La novità sta nel fatto che se quella del Kanun è una ritualità imposta a cui adeguarsi passivamente, con il teatro sociale invece si propone il ripristino di ritualità collettive che nascono dall’incontro.
Si è iniziato con i laboratori di teatro sociale a Scutari, nel gennaio 2009: una settimana di incontri e lavoro intenso sul tema del Kanun sotto la guida di due formatrici Torinesi, Anna Carla Bosco e Irene Salza. Al passo successivo ci ha pensato il gruppo di Dora e Pajtimit di Scutari organizzando una mostra di pittura e di fotografia nella piazza centrale della città, “La Pedonale” in cui hanno partecipato studenti di 15 licei di Scutari e provincia con disegni, pitture e fotografie rappresentative per il tema del Kanun. Il secondo laboratorio ha avuto luogo nel aprile del 2009 presso la biblioteca centrale della città, Marlin Barleti. Anche questa volta una settimana di lavoro intensivo conclusa pero con un evento, “I colori della vita”, comprendente uno spettacolo di teatro Forum e una mostra interattiva. Sempre ad aprile 2009, a Milano è stato realizzato lo spettacolo teatrale “I Bambini Inchiodati” frutto del laboratorio di creazione scenica condotto dal professor Claudio Bernardi presso l’Università Cattolica.
Cosa ha portato l’ultimo evento “L’Aquilone dell’Albania”?
“L’Aquilone dell’Albania” è stato l’ultimo evento del progetto di co-sviluppo “IN OUT KANUN”, “Dora e Pajtimit” ha ritenuto importante promuovere un momento d’incontro sui progetti di co-sviluppo italo-albanesi realizzati dalle realtà del territorio milanese/lombardo, per favorire la relazione tra le realtà impegnate in percorsi di cooperazione internazionale e di inclusione sociale che valorizzano il ruolo attivo e propulsivo dei migranti. Lo scopo dell’incontro era favorire la reciproca conoscenza, la condivisione delle buone pratiche e delle criticità, il confronto su metodi e contenuti innovativi, anche al fine di incoraggiare e rafforzare partenariati e potenziare idee ed azioni progettuali per poi aprire un giro di confronto e di interlocuzione anche con il pubblico.
Hanno partecipato relatori e invitati di varie organizzazioni e enti quali l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Prof. Claudio Bernardi), il Consolato albanese a Milano, l’Ipsia, il Progetto “Risorse migranti” (con Caritas), l’Acli Lombardia, Ceses, New Age, Coopi, Celim, Illyricum e tanti altri.
Ad accompagnare la giornata è stata la mostra fotografica, firmata da una delle nostre collaboratrici più attive, Cristiana Schiopu. Alla sera è stato rappresentato lo spettacolo teatrale “I b
ambini Inchiodati” seguito dalla pantomima “L’Altro me” di Rafael Hoxhaj, membro di DEP Scutari.
Cosa pensi delle associazioni albanesi o italo-albanesi presenti in Italia?
L’associazionismo, di ogni genere, non è particolarmente ben visto in Albania. Per ovvie e note ragioni. Posso dire che per fortuna, attraverso le attività di Dora e Pajtimit, negli ultimi anni ho avuto modo di conoscere molte associazioni e soprattutto numerose persone veramente intenzionate a dare il loro contributo al miglioramento delle condizioni di vita in Albania. Incontri questi che, da un lato, hanno sradicato certi preconcetti che io stesso nutrivo nei confronti dell’associazionismo volontario, dall’altro, mi hanno incoraggiato nel proseguire per questa strada, vigilando sempre a non cadere nel peccato dei tanti.
Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Stiamo ancora lavorando sulle parti burocratiche della chiusura del progetto “”In – Out Kanun”, ma come passo successivo abbiamo pensato di creare un fumetto bilingue, italiano – albanese usufruendo della storia/favola dello spettacolo “I Bambini Inchiodati”. Siamo molto fiduciosi che l’incontro del 23 ottobre darà i suoi frutti in collaborazioni future.
Articolo di Blerina Kushta (http://www.albanianews.it/italia/associazioni/1488-dora-pajtimit)
Leave a Comment